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Dal catalogo della "Mostra personale" presso la Sala Consigliare del Comune di Riomaggiore

Pier Luigi Viola - Sindaco - Luglio 1988

A nome dell'Amministrazione Comunale di Riomaggiore, ho il piacere di presentare la Mostra del Pittore Giuseppe Arigliano. L'iniziativa rientra nell'ambito delle manifestazioni culturali ed artistiche promosse dalla nostra Amministrazione Comunale, per favorire una maggiore valorizzazione del nostro territorio e di tutte le Cinque Terre.
Siamo particolarmente lieti di constatare che il nostro paesaggio continua ad essere fonte di ispirazione per gli artisti, come già lo fu nel passato.
Dare ospitalità agli artisti che con le loro opere sono diventati ambasciatori delle Cinque Terre è certamente un atto doveroso, un riconoscimento che vuole interpretare il sentimento di gratitudine e di affetto della nostra gente. Giuseppe Arigliano - noto come pittore del mare, delle trasparenze marine - è autentico figlio di Liguria. Questo spiega l'attaccamento, l'amore che lo lega al paesaggio ligure e, quindi, anche alle Cinque Terre. Da più di vent'anni egli torna nella nostra terra; forse più d'una volta anche noi l'abbiamo incontrato in qualche rupestre sentiero, davanti al suo immancabile cavalletto, intento a fissare sulla tela i colori e le emozioni suscitate dal nostro paesaggio. Si, Arigliano dipinge all'aria aperta, perché è proprio davanti all'incomparabile visione della natura che la sua anima si accende di poesia. Nel canto del mare o nel silenzio assoluto della costa, al profumo del salmastro o dei fiori selvatici, a ridosso d'un muretto a secco o innanzi alle verdi distese dei nostri vigneti, Arigliano sa cogliere con la sensibilità dell'artista il cuore della nostra terra.

Dal catalogo della "Mostra personale" presso il Salone del Casinò di Sanremo

Ito Ruscigni - Capo ufficio stampa del Casinò Municipale di Sanremo - Ottobre 1987

La critica più autorevole non ha esitato a conferire a Giuseppe Arigliano il titolo di "esegeta del mare", e, infatti, i suoi colpi di spatola assurgono l'impronta inconfondibile del "colore musicale". Il "gran mare frenetico" di Liguria, con i suoi caratteristici paesaggi, è colto in tutta la sua poliedricità. Da quelle "marine" emana l'acre odore del salmastro tanto è resa la sua evidenza cromatica e salina. Quella dell'Arigliano è un tipo di pittura tradizionale, figurativa a cui non manca però la sottile psicologia moderna che consente di cogliere l'intima verità oltre la bella immagine, la gradevole tavolozza. Stilista elegante e preciso, pulito senza essere lezioso e stucchevole (e sono molti i pericoli insiti nel suo genere pittorico) Giuseppe Arigliano coglie il mare in un caleidoscopio che abbaglia I'occhio. QueI mare dai riflessi verdi, dai guizzi blu, dalle spume bianche, venato dalle striature delle rocce con i suoi rapidi fondali, lascia sempre l'animo sereno anche quando incombe la tempesta.

Da "Trasparenze", catalogo della mostra svoltasi a La Spezia nell'autunno 1985

Renato Righetti - Ottobre 1985
L'eco di una gioiosa e spensierata estate vissuta fra spiagge e scogliere al cospetto di un mare scintillante di luci, torna a noi nel gruppo di opere che Arigliano ha dipinto vivendo per alcune settimane, dall'alba al tramonto, in esaltanti contatti con la natura.
Paesaggista deciso e insieme uomo di mare formatosi fin da ragazzo per un'innata attrazione alla vita del porto e delle spiagge, Arigliano propone in questi dipinti sili e momenti del golfo spezzino interpretati nella lunga consuetudine di incontri attraverso i quali ha affinato la spontaneità della sua pittura fresca e genuina, legata al mondo reale dell'uomo e della natura, mediante il sottile filo del sentimento poetico.
La mostra segna i notevoli passi in avanti verso la piena maturazione di un linguaggio molto personalizzato attuati dal pittore nell'intimo della sua ricerca, attraverso gli equilibri raggiunti fra spazio, forma e colore con sincera partecipazione e amabile ricchezza espressiva.
Questi suoi dipinti sembrano susseguirsi come le pagine di un racconto liberamente ispirato alla vita del mare, scandagliata nei suoi aspetti naturali, nella complessità dei suoi valori umani, nella sua entità produttiva, con estrema semplicità e senza accenti retorici. Ed è cosi che Arigliano, marinaio e pittore, dipinge il suo mondo marino nella verità della sua essenza lirica, con forza e dolcezza, ed altresì, da quel ligure che è, con molta modestia e molto amore.

Dal catalogo della "Mostra personale" presso la Galleria Vallardi

Lilian Capellini - Maggio 1984

"Luci e Trasparenze", in questo binomio si sintetizza la pittura di Arigliano, ben conosciuto dal pubblico spezzino al quale da tempo offre (senza mai deluderlo) il suo amore per questi nostri paesaggi meravigliosi, interpretandoli con la naturalezza e semplicità sprigionante dal suo animo, ora in una nuova serie di quaranta dipinti, che segnano momenti marini diversi da cui sembra esalare un profumo di salsedine che è come un invito a tuffarci in quell'immenso mare azzurro, con la gioia di godere appieno le bellezze che la natura ha voluto donarci.
La sua vena pittorica, pulita e naturale, non è altro che la testimonianza veritiera di incantati attimi del costante muoversi del mare, sia nell'impetuosità del Libeccio, sia nel dolce alitare delle brezze mattutine. Sono attimi irripetibili, per questo cosi intensi, attimi che ritornano nella loro pienezza per merito di questo artista, che ha saputo cogliere e fissare per sempre nella tela, questi affascinanti momenti della natura.

Il girotondo sull'acqua & Giuseppe Arigliano

Franco Ortis - Maggio 1982

Il visitatore che esce da una mostra di Giuseppe Arigliano, porta con se il turbamento gioioso di chi ha vissuto di una natura, sia marina sia terrestre, sospesa per i fili di un mondo incantato, lustro per trasparenze di mare impalpabili o per solidità di rocce dalla irraggiungibile libertà.
Ogni cosa nella pittura di Arigliano offre emozioni profonde proprie della pace che alita nei dipinti del pittore ligure. In questa solenne pace fatta di colori, sono trattenute voci inattese e carezzanti.
Bisogna osservarle bene queste opere di Arigliano umili e nobili come nobile e profondamente e festosamente umile è l'animo del nostro.
Ho conosciuto bene Arigliano, anche tramite il racconto che mi ha fatto della sua vita di pittore, un racconto semplice e sincero esternato davanti al mare, vale a dire nel bel mezzo della sua ispirazione, quel mare che per lui è un vero e proprio girotondo.
Egli tratta questo suo mare con libertà ma anche con tanta serenità d'animo; e non solo, lo tratta in maniera delicata e aerea quasi a svelare infine il suo segreto spasimo proprio nel fondo della sua espressione, spasimo fatto di soffuse luci o taglienti rocce o libero mare.
Questi lavori di Arigliano sono lieti oggetti della nostra contemplazione.
Essi sembrano fissati nel vetro di una visione pacata e agreste.
"Et in Arcadia ego" direbbe il poeta e in questa limpida visione i paesaggi marini del pittore ligure segnano un luogo particolarmente prezioso, trasfigurando quasi pur nella temporalità del fatto che non viola il gusto materico ma che lo trasforma per la luce, che ora placa le crudezze dell'immagine reale ora le esalta con la forza della più pura espressione.
Cosi corre via esaltandosi il mondo, poetico e pittorico di Arigliano che ha fatto dell'Impressionismo la sua fede svolgendolo senza intellettualismi o scherzi letterari, conscio del suo trascendere ciò che è pura attrattiva di maniera e immergersi con schietto amore e con sicuro fare nelle bellezze di una sua verità. Una verità che per Arigliano è anche inquietudine che lo tormenta per quella natura ancora odorosa delle fioriture impressionistiche, adombrate dalle visioni di un'antica fede dunque esortante a cercare e amare nell'arte la sua ispirazione di sempre, che lui, Arigliano, non ha mai abbandonata.
Pertanto la sua narrazione si fa festosa e leggiadra, diviene per lui vera e propria ricreazione che si esalta sempre più e freme alle note più alte del suo modello, fanfara naturale del suo viaggio pittorico. Questa fanfara gli viene dal mare, per lui luogo celeste e terreno dove la vita non è mai sensuale ma tutto armonia pittorica e si fonde in un'unica soavità cromatica.
La forma è sempre equilibrata, il taglio compositivo mai austero e mai frivolo; essa arricchisce il canto pittorico dell'artista ligure già foggiato e misurato.
Non si scorgono mai frammenti di preziosità stilistiche, semmai episodi di sentimento, idee di segrete cose.
Queste cose segrete sono coloriture disegnate. Aperte e luminose, fatte di luci e di segni che hanno qualcosa di fatuo in uno scenario che è sempre vita e si fonde sempre e si mescola come cosa viva a tutto ciò che vive e si accende come si accende in effetti tutta la natura.
Arigliano ha il dono di esporci queste sue cose con soavità e freschezza, dettate dall'amore per la natura senza rapimenti o impeti estatici.
Non urta la precisione del segno né urta la libertà di raffigurazione.
Sono minuzie; noi vi lasciamo alla loro contemplazione, immagini familiari per chi ha avuto un contatto profondo con la divina purezza della natura.

Giuseppe Arigliano - Il pittore del mare

Paolo Bassani - Giugno 1980

«Sembra il mare di Arigliano»: è il commento che mi è capitato di ascoltare qualche tempo fa, durante una breve escursione nella costa orientale del nostro golfo. Non so chi fosse quel signore, che con tanta soddisfazione, additava ai suoi amici forestieri i luoghi più caratteristici del nostro litorale. Certamente doveva essere di casa; e, anche, ben conosceva la pittura di Arigliano. Ciò non mi ha stupito. Il nostro paesaggio, nonostante tutto, rimane incantevole; e la pittura di Arigliano è ormai ben nota anche a La Spezia. Ecco perché, come spezzino, ho sentito un segreto compiacimento e, se volete, anche una punta d'orgoglio. Era davvero una di quelle giornate limpidissime che tanto aspettiamo nella nuova stagione, perché cancellano il grigiore dell'inverno e ci aprono all'ottimismo; una giornata che Arigliano avrebbe scelto per dipingere i suoi paesaggi, il suo mare. E sì, Arigliano dipinge all'aria aperta come vuole la migliore tradizione; e questa nostra terra, da tempo, è diventata fonte ispiratrice per la sua pittura, tanto che oggi egli si sente spezzino adottivo. Non stupisce, quindi, quel «Sembra il mare di Arigliano» che era certamente molto appropriato. Anche noi potremo rifare un confronto in occasione di questa mostra, insieme a coloro che sono attratti dall'arte di questo pittore che ha alle spalle una solida preparazione, notevole esperienza e importanti riconoscimenti nazionali ed esteri. Nonostante molto sia stato detto e scritto sull'arte di Arigliano (da critici illustri) io vorrei aggiungere molto semplicemente questa mia impressione: «Quello che colpisce nella pittura di Giuseppe Arigliano, sono i colori dilavati e un profondo amore per II mare. Fedele interprete della bellezza di Liguria, questo pittore ci conduce in luoghi rimasti intatti, ove il silenzio è rotto soltanto dal canto del mare e le acque limpide lasciano trasparire incantati fondali; lungo scogliere selvagge ove l'odore di spuma, rapito dal vento, lambisce i dirupi e l'arida terra salendo nel fresco, limpido azzurro».

Testimonianza del Commissario Regionale per l'Ente provinciale per il Turismo della Spezia

Avv. Domenico Bevilacqua

Guardare i dipinti di Giuseppe Arigliano vuol dire specchiarsi nel cristallino mare della nostra riviera: le Cinque Terre che hanno costituito per tanti pittori motivo di lirica esaltazione per Lui vogliono significare incantata contemplazione di ineguagliabile trasparenza.
Arigliano ci prende per mano per far comprendere al nostro sguardo spesso distratto come e cosa vedere per capire i luoghi: il pittore paria agli occhi attoniti degli estranei i quali vedono nel dipinto reso con plastica efficacia quello che stanno ammirando dal vivo, parla agli occhi di noi che quei luoghi abbiamo familiari per farci scoprire il perché o uno dei tanti perché quelle acque, quelle trasparenze, quei paesaggi ci sembrano cosi diversi da luogo a luogo e nel contempo così unici nella loro armonica tavolozza di colori.
Ogni dipinto finisce per essere un atto d'amore.